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XXX.
Deh fammiti veder in ogni loco;
Chè s’infiammar dal tuo lume mi sento,
Ogni altro ardoe nell’ alma mia fia spento,
Per sempre accesa viver nel tuo foco.
Jo te chiamo, Signor te solo invoco
Contro l’inutil mio cieco tormento;
Tu mi rinnova in sen col pentimento
Le voglie e’l senno, e’l valor ch’è si poco.
Tu desti al tempo l’animo, ch’è diva,
E in questa spoglia si fragile e stanca
La incarcerasti, e desti al suo destino:
Tu la nutri e sostieni, e tu l’avviva;
Ogni ben, senza te, Signor, le manca;
La sua salute è sol poter divino.