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XXXIX.
Per la via degli affanni e dele pene
Spero, la Dio mercè, trovare il cielo;
Ma innanzi al dispogliar del mortal velo,
S’esser con voi vien’ meno ogni mia spene.
Pur s’aspra terra e mar difficil tiene
L’un dall’altro lontan, lo spirito e’l zelo
Non avrà intoppi nè per neve o gelo,
Né l’ali del pensier lacci o catene:
Perchè pensando son sempre con voi,
E piango intanto del mio amato Urbino,
Che vivo, or forse saria costa meco.
Cotal fu’l desir mio; sua morte poi
Mi chiama e tera per altro cammino,
Ed ei m’aspetta in cielo a albergar seco.