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XLII.
Se con lo stile e coi colori avete
Alla natura parreggiata l’arte,
Anzi a quella scemato il pregio in parte,
Chè ’l bel di lei più bello a noi rendete,
Poichè con dotta man posto vi sete
A più degno lavoro, a vergar carte,
Se’n lei di pregio ancor rimanea parte,
Nel dar vita ad altrui tutta togliete.
Chè se secolo alcun giammai contese
Seco in bell’opre, almen le cede poi,
Chè convien ch’al prescritto fine arrive.
Or le memorie altrui, già spento, accese
Tornando, fate ch’or sian quelle, e voi,
Malgrado d’essa, eternalmente vive.