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XII.
Perchè le tue belleze al mondo sieno
In dona più cortese e vie men dura
Credo se ne ripigli la natura
Tutte quelle ch’ognor ti vengon meno;
E serbi a riformar del tuo sereno
E divin volto una gentil figura
In cielo, e sia d’ Amor perpetua cura
Vestrine un cor di grazia e pietà pieno:
E prenda insieme i miei sospiri ancora,
E le lacrime sparte in uno accoglia,
E doni a chi quelle ami un’ altra volta.
Forse ch’ei più di me felice, allora
Lei moverà con la mia propria doglia,
Nè fia spersa la grazia ch’or m’è tolta.