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XXI.
Beati voi che su nel ciel godete
Le lacrime, che’l mondo non ristora!
Favvi amor forza ancora,
O pur per morte liberi ne sete? —
La nostra eterna quiete,
Fuor d’ogni tempo, è priva
D’ invidia amando, e d’ angosciosi pianti. —
Dunque il peggio è ch’io viva
S’ amando io ne riporto affanni tanti.
Se ’l cielo è degli amanti
Amico e ’l mondo è lor crudele e ingrato,
Amando, a che son nato?
A viver molto? e questo mi spaventa;
Chè ’l poco è troppo a chi ben serve e stenta.