[32]XVI.
Jo fu’, già son molt’ anni, mille volte
Ferito e morto, non che vinto e stanco
Dalla tua forza, ed or, che’l crine ho bianco,
Attenderò le tue promesse stolte?
Quante fiate hai strette, e quante sciolte
Mie voglie, lasso, e con che sprone al fianco
M’hai fatto diventar pallido e bianco,
Bagnando ’l petto con lacrime molte?
Di te mi dolgo, amor, teco, amor, parlo:
Scevro da tue lusinghe, a che bisogna
Prender l’arco crudel, tirar a voto?
In legno incenerito o sega o tarlo
Che vale? e correr dietro è gran vergogna
A chi troppo ha perduto e lena e moto.